Il piacere di conoscere e di applicare il metodo GDS nasce dalle intuizioni di Godelieve Denis–Struif che negli anni 60/70 ne è stata l’iniziatrice. Si tratta di un metodo globale di chinesiterapia che valuta il corpo con riferimento alla simbiosi fra biomeccanica e comportamento .
Dotata di una grande abilità nel disegno, di una grande capacità di osservazione e convinta che il corpo ci offre un linguaggio profondo e specifico ,Godelive che in Belgio lavorava in uno studio reumatologico ha definito la postura come il libro dove raccontiamo la nostra storia.
Il terapista GDS ha la possibilità di realizzare una comunicazione con il corpo, quel corpo inteso non come “moda “sport” "culto" ma inteso come luogo delle nostre radici biologiche e dei nostri affetti; in quel libro si scrive la nostra storia immediata e si legge quella passata.
Il metodo delle catene GDS costituisce in primo luogo un sistema di pensiero perché considera l’uomo nella sua globalità. Questo approccio non è unicamente un metodo di ginnastica, di esercizi specifici, di rilassamento o di massaggio. Delle catene si può dire sommariamente che è un metodo di osservazione clinica e di analisi della meccanica umana su di un piano di utilizzazione ottimale del sistema locomotore.
Questa meccanica osteo – muscolo -articolare costituisce la base e offre il supporto di una procedura più ampia.
Lo schema della figura a latere rappresenta una sintesi di un buon numero di dati relativi e figuranti il metodo GDS che si caratterizza ancora per il fatto che il metodo rappresenta sia una profilassi che una terapia che si indirizza sia al piano fisico e psichico, psico-corporeo, meccanico e psico-dinamico, filosofico e simbolico della struttura umana. Di conseguenza questo metodo non è unicamente destinato agli educatori, ai terapisti in particolare chinesi terapisti, psico motricisti, insegnanti di educazione fisica ecc. Si indirizza a tutte le persone curiose di conoscenza.
Alle prime viene offerto un supporto razionale di esperienze, di misure, di osservazioni di test, di analisi e interpretazioni rigorose; agli altri offre il suo contenuto in un linguaggio poetico mediante metafore, immagini e simboli seguendo un percorso psico corporale stimolante la creatività nella gioia di vivere e di prendersi in carico.
Le tipologie posturali di Godelieve Denys-Struyf
L'osservazione pratica di migliaia di soggetti e la relativa interpretazione morfologica ha consentito di individuare 5 attitudini di cui 4 rifettono le pulsioni in rapporto alla personalità.
1) L'attitudine di un corpo spinto in avanti è da associare al bisogno dell'azione, L'azione muscolare preferenziale che la sostiene è anatomicamente postero mediana (PM)
2) L'attitudine arrotondata di un corpo basculato in dietro è associato ad un bisogno di affetto. L'azione muscolare che la definisce è antero mediana (AM)
3/A) L'attitudine in erezione verticale permanente è associata ad un comportamento di grande recettività e intuizione naturalmente spinte verso la spiritualità. La loro ipertattività è sostenuta dalla muscolatura postero anteriore (PA)
3/B) L'attitudine ondulante e afflosciata è associata ad un comportamento di grande sensibiltà generatrice di emotività. e la muscolatura che la sostiene è localizata in senso antero posteriore (AP)
3/C L'attitudine eretta nel rachide cervicale e iper lordotica nel segmento lombare è da associare ad un comportamento impulsivo..La tipologia posturale è denominata( AP)
4) L'attitudine arcuata in avanti e aperta con le braccia è da associare ad una necessità di comunicare. E' denominata (PL)
5) L'attitudine di ripiegarsi su sè stessi e di chiudersi con le spalle è da associare ad un bisogno di riservatezza. La muscolatura che la sostiene è definita (AL)
Analisi posturale di un soggetto adinamico AP
E' una postura fragile che è il risultato di una carenza delle altre catene muscolari della verticalità AM PM PA. AM non è integrata per ancorarsi al suolo; Quella postero mediana (PM) non è sufficiente per mantenere la posizione verticale. La struttura muscolare postero anteriore (PA) non è sufficientemente installata per opporsi alla gravità e per erigere la colonna. AP nella corretta biomeccanica svolge una funzione dinamica. Osservando la modalità di come tiene le braccia potremmo dire che questa persona è demotivata, si è lasciata andare appoggiandosi sui suoi tessuti per risparmiare energia. E' il caso degli psoas che sono stirati,dei quadricipiti che sono inattivi mettendo in tensione permanente il legamento crociato anteriore del ginocchio. Il torace è abbassato in espirazione e sospeso al centro frenico come ad un paracadute. Al torace non c'è alternanza di pressione, così come nella cavità addominale! La circolazione è modesta e non funzionale. I muscoli scaleni abbassati dal torace antepongono il collo. Con questa tipologia posturale piuttosto che disfare occorre ricostruire il tutto! Dare AM per avere sicurezza e stabilità, dare PA riattivando la respirazione dinamica. Stimolare PM con vibrazioni e battiture ossee.
Nella attitudine posturale data dai muscoli antero laterali (AL) in associazione ai muscoli AM possiamo individuare un atteggiamnto che richiama al bisogno di affetto per eccesso di introversione . La mancanza di AM e la presenza di un dinamismo di AL ci inducono ad individuare una reazione emozionale di difesa sia da stress che da trauma. Il muscolo di AL si retrae facilmente imprigionando il corpo in flessione e rotazione interna. Le ginocchia si presentano in valgismo per flessione e rotazione interna della coxo femorale. Le ossa liache sono in contronutazione con apertura di frontalizzazione per azione del piccolo gluteo. Il bacino del affettivo introverso pertanto presenta una struttura a farfalla larga sulla parte superiore e stretta in basso con ischi serrati. I muscoli Dentati posteriori e inferiori assieme agli obliqui interni ancorano la periferia toracica inferiore verso il basso, gli intercostali interni che hanno la mdesima direzione delle fibre attirano il resto della gabbia toracica nella stessa direzione. Il sacro sotto l'azione di AM è verticale. I legamenti sacro-iliaci sono in tensione e quindi sintomatici per la contronutazione del sacro. Il tronco è arrotolato in cifosi per la tensione combinata di retti addominali e gran pettorali. Le vertebre del segmento dorsale sono proclivi ed in flessione ed in particolare è in flessione quella superiore rispetto a quella inferiore. Le faccette articolari posteriori divergono cioè si aprono mettendo i legamenti trasversali e inter spinosi in tensione con spasmo dei muscoli multifidi. Nel segmento vertebrale declive si assiste ad un affondo posteriore meccanico che ha per effetto quello di aumentare la pressione intradiscale con importante rischio di erniazione. L'osso ioide è sovente lussato in basso, la mandibola retroposta dai muscoli ioidei ed il mento diviene sfuggente.Con AL in eccesso spesso si constatano segni di orto simpaticotonia delle estremità con dita fredde. Lo spasmo di questi muscoli determina quindi un rallentamento della circolazione dei vasi e dei nervi che può essere definita "una flebite da sforzo". Pare anche che il tessuto connettivo altrimenti denominato interstiziale composto da una miriade di vasi e di ramificazione di nervi destinati alla pelle sia sottoposto ad una riduzione dei passaggi del liquidi. La tensione permanente riduce la quantità di fibre di elastina, fibrotizza la fascia facendo apparire piccole venule sclerosanti. Ritornando alla respirazione di un torace tirato in basso troviamo che il diaframma a livello del centro frenico non può beneficiare di un punto fisso alto per mancanza di erezione del segmento proclive dorsale e quindi della fascia endo toracica. Le fibre anteriori e laterali del diaframma non possono dunque che beneficiare di un punto fisso inferiore imposto dai retti addominali e dagli obliqui. Lo stesso dicasi per i pilastri del diaframma a causa del recul di L1-L2-L3. Durante la contrazione inspiratoria il diaframma non farà che discendere ulteriormente il centro frenico portando con sè la fascia endo toracica e la colonna dorsale che aumenterà la sua flessione anteriore. Essendo globalmente ridotta l'espansione toracica specie nelle zone laterali l'inspirazione avviene nella parte antero superiore della gabbia toracica con un lavoro eccessivo degli scaleni e del piccoli pettorali che nel tempo deformano la regione che diviene saliente determinando una deformazione denominata "carenatura toracica" causa anche di sensazioni di angoscia. E' in questa tipologia posturale che il gioco di pressioni fra la cavità toracica e la cavità addominale si trova ad essere il più ostacolato. La pressione dimora negativa nel torace mentre diviene importante quella addominale. la depressione toracica favorisce i bronchi spasmi e costituisce n terreno predisponente per asma e allergie. La pressione endo addominale ostacola la funzione digestiva e più particolarmente il transito intestinale. Il fegato riceve una pressione permanente e gli spasmi della vescicola biliare sono frequenti. Ad ogni inspirazione la pressione aumenta ancora nell'addome e siccome le sue pareti sono legate da un vero corsetto muscolare questa pressione si ripercuote nel piccolo bacino. Il perineo non può più essere aspirato verso l'alto ma perennemente schiacciato verso il basso. In un primo tempo l'ampolla perineale resiste ma alla lunga si lascia distendere. E' lecito pensare che ciò possa essere l'origine di incontinenza e di disfunzioni più profonde. La tensione di AL presenta delle ripercussioni anche al diaframma
Le catene si controllano reciprocamente. AL controlla PL, PL controlla AM, AM controlla PM, PM controlla PA e PA controlla AL
Il feudo di AL si situa nella residenza di PL alla spalla, ciò che permette al Gran Dorsale di AL di limitare l’elevazione della spalla e l’abduzzione dell’omero.
Il feudo di PL si situa alla pelvi nella residenza di AM. Il quadrato femorale, l’otturatore interno e i gemelli di PL frenano l’avvicinamento degli ischi sostenuto dai muscoli del perineo di AM. Questo controllo non deve trasformarsi in dominio poichè renderebbe il perineo una vittima per una sua distensione trasversale.
Il feudo di AM si situa al torace nella residenza di PM. Nel mantenere lo sterno in posizione verticale e retti dell’addome favoriscono l’ancoraggio di D8 alla sommità della cifosi frenando gli ardori di PM la cui azione porterebbe ad un appiattimento della cifosi e a rendere orizzontale lo sterno.
Il controllo fra PM e PA è un po’ differente perché il feudo di PM è all’ arto inferiore che è molto lontano dalla residenza di PA che si situa al cranio. Si tratta di un controllo reciproco a distanza. Il grande gluteo di una buona qualità di PM ancora il sacro al suolo e nè controlla l’inclinazione verso l’avanti. La PA che erige il tronco verso l’alto rischierebbe di trasformarsi in PA-AP basculando il bacino in avanti se PM non la frenasse. Questo controllo a livello fisico è da mettere in parallelo con il controllo che la razionalità di PM che tiene i piedi per terra, esercita sulla spiritualità di PA che tende ad involarsi attirata dall’irrazionale. L’ancoraggio del sacro è un obbiettivo indispensabile.
PA controlla AL nella misura in cui erigendo la colonna cervico dorsale mediante il lungo del collo e i prevertebrali questa si oppone all’azione di compressione di AL particolarmente a livello delle spalle e del torace avvicinandoli al bacino mediante il gran dorsale, gli obliqui interni e i piccoli dentati posteriori e inferiori. Il lavoro di dissociazione fra le spalle e la colonna cervico dorsale mediante l’auto estensione assiale è a questo titolo estremamente interessante.
Madame Struif denomina questo controllo che ogni la catena esercita sulla sua antagonista con l’appellativo di Penta-coordinazione. Purtroppo l’eccesso di attività di una catena può evolvere dal controllo verso il dominio trasformando la penta coordinazione in una competizione.
Il terapista dovrà mettere a nudo questa competizione chiedendosi “chi controlla chi e dove”